Come in un quadro cubista, l’esecutore Pasquale Mirra, considerato fra i vibrafonisti più interessanti della scena italiana e internazionale, propone una suite dalla forma bidimensionale. Composizioni dall’aspetto inconsueto si alternano a improvvisazioni strutturali e libere, in modo variabile e imprevedibile, come costruite da tanti frammenti e “forme” scollegati fra loro, ma che in realtà mostrano i diversi lati osservati da più punti di vista.