Jabel Kanuteh, kora, voce – Marco Zanotti, batteria, percussioni, mbira
Il titolo dell’album/progetto di Kanuteh e Zanotti, “Are you strong?” (2022), deriva da un gioco di carte popolare nell’Africa Occidentale, in cui la carta più importante è l’asso. Al tempo stesso, però, esprime una domanda di senso che ci si pone nel momento in cui si vuole essere coerenti con i valori in cui si crede nell’affrontare la contemporaneità, “per resistere alle sfide del quotidiano e lottare per un futuro migliore”, citando la presentazione del loro lavoro. Il dialogo ininterrotto che si crea sul palco tra i due musicisti è la cifra artistica che caratterizza questo lavoro discografico. Rispetto al loro primo disco, “Freedom of Movement” (2020), le sonorità si sono arricchite grazie all’utilizzo della mbira da parte di Zanotti ed alla presenza, in quasi tutti brani, della voce di Kanuteh. Nel solco della tradizione mandengue, della quale la famiglia Kanuteh è ambasciatrice, il duo si muove verso una dimensione più universale, che ha come riferimenti da una parte Fela Kuti e dall’altra alcuni degli ambiti musicali contemporanei dell’Africa e della sua diaspora, in un insieme tribale fatto di percussioni, ritmo e canti black che sgorgano dall’anima.
Jabel Kanuteh nasce a Tambasansang, in Gambia, e fin da bambino ha studiato lo strumento a 21 corde diffuso presso tutti i popoli Mandinka dell’Africa Occidentale, la kora, per poter esercitare il ruolo di griot, che gli proviene dal cognome della sua famiglia, ovvero di “colui che ha il dono della parola”, poeta, narratore, cantore. Nel 2014 è partito dal Gambia e, dopo un lungo e duro viaggio attraverso i deserti di Niger, Mali e Libia, nel 2015 è riuscito ad approdare in Italia. Forte della responsabilità del suo essere musicista ed al tempo stesso ambasciatore di pace anche al di fuori del suo contesto tradizionale, ha partecipato a numerosi festival come “Fano Jazz”, “Isole che parlano” (Sardegna), “Le radici nella musica” (Siena), “Paesaggi Sonori” (Abruzzo), “Suoni della Murgia” (Puglia), “Teatro nei calanchi” (Basilicata), “(S)nodi” (Bologna), “Festival della Filosofia” (Modena) e molti altri. Nel novembre 2019 ha tenuto un concerto al Quirinale con Paolo Angeli per i Concerti alla Cappella Paolina.
Marco Zanotti, batterista e percussionista, è un infaticabile esploratore/sperimentatore e suona molti strumenti della tradizione africana, tra cui la mbira e il kamalen’goni. È fondatore e direttore della Classica Orchestra Afrobeat, con la quale ha registrato tre album (l’ultimo, “Polyphonie, del 2017) e partecipato, fra i tanti, al festival internazionale di Glastonbury (UK) e al Ravenna Festival. Suona con numerosi musicisti ed è presente in diversi progetti, tra i quali Cucoma Combo, di cui è fondatore, Del Barrio (Argentina), il trio di improvvisazione Mothra (album omonimo del 2017), Cumbia Poder (Colombia), il quartetto “choro”, con Barbara Piperno, Marco Ruviaro e Fernando de la Rua, Regional Matuto, che si muove fra composizioni originali e brani classici. Zanotti affianca la sua attività a viaggi e residenze, soprattutto in Africa e America Latina, aprendo la sua azione artistica ai territori del teatro, della danza e del cinema. Nel 2021 è uscito “Re-Flexio” il suo primo album solista, associato al lavoro dell’artista Gaia Carboni. Nel 2022 ha realizzato la colonna sonora dello spettacolo di danza “Inferno” del coreografo Roberto Castello, vincitore del premio Ubu. Da molti anni tiene un laboratorio sperimentale permanente, “Officina del Ritmo”, che è stato anche parte del programma “Le 100 percussioni” del Ravenna Festival 2019. Ha tradotto e curato l’edizione italiana del bestseller “FELA, this bitch of a life” di Carlos Moore, biografia ufficiale di Fela Kuti (2012).
Ingresso libero
In collaborazione con la Cooperativa Stabilimenti Balneari di Cesenatico
In caso di maltempo, il concerto sarà annullato